17 ott 2012

Death Row

 
L'occasione era di quelle ghiotte: la visione dei 4 episodi di Death Row, documentari sulla pena di morte girati da Werner Herzog per un canale televisivo americano, proiettati uno in fila all'altro, alla presenza del regista.
E da brava appassionata pressapochista di cinema, mi sembrava un peccato perdermeli.
Ricordo che una volta, parlando con un tipo conosciuto da poco gli accennai alla mia passione per il cinema. E lui, per tutta risposta mi disse "ah, quindi sei una cinOfila". E no, non stava scherzando. Inutile dire che quel tipo non l'ho mai più visto. E no, non sono io che sono snob, non ci provate nemmeno.
Quindi, dopo aver anticipato l'appuntamento settimanale col dentista (un'ora sdraiata su quella poltrona a bocca spalancata. Sono uscita da lì che avevo quasi la nausea) sono tornata in città con largo anticipo. L'idea era quella di darmi al cazzeggio libero e selvaggio, attività in cui sono solita dilettarmi con pregevoli risultati, tra l'altro. Invece sono finita a prendere un caffè con un tizio conosciuto la settimana scorsa.
E lì mi sono resa conto che sarebbe stata una serata impegnativa. Perchè me stava a pià 'na cecagna di quelle sontuose.
Arrivata all'appuntamento con la Tiz ho preferito non affrontare la piadina per cena, perchè far iniziare un processo digestivo durante i 208 minuti di proiezione avrebbe sortito un effetto soporifero da antologia. Che tanto un po' di digiuno non può che farmi bene, viste le ragguardevoli dimensioni che sta assumendo il mio culo.
Comunque ce l'ho fatta.
Oddio, ammetto di aver avuto qualche attimo di cedimento, ma sono riuscita a resistere.
I sottotitoli ogni tanto latitavano. Ogni tanto funzionavano a minchia. Spesso andavano al galoppo per recuperare i vuoti, ma al 70% direi che erano in sincrono.
Trattandosi di telefilm trasmessi in tv a cadenza settimanale, l'intro è identica per tutti e 4 gli episodi, e parte inquadrando la stanza delle esecuzioni, spiegando che in america la pena di morte è adottata da 34 stati, per quanto soltanto in 16 venga effettivamente praticata. Tramite iniezione letale. Eccezion fatta per lo Utah, dove è presente anche il plotone di esecuzione.
Herzog alla fine spiegherà che la cosa migliore per approcciarsi a una visione del genere è conoscere in profondità il cuore degli esseri umani. Come fosse semplice, fra l'altro.
A parte il primo episodio, incentrato sulla figura di James Barnes, ambientato in un carcere della Florida, gli altri 3 episodi sono stati girati in Texas.
James Barnes è stato accusato dell'omicidio della moglie. L'uomo, dopo averla uccisa, ne ha nascosto il cadavere nell'armadio. Dopo l'arresto si converte all'Islam e, durante il Ramadan, per una sorta di processo di redenzione, confessa l'omicidio di un'altra donna. Alternando spezzoni di intervista alla sorella gemella, emerge un passato "problematico" dell'uomo fin dalla tenera età.
Hank Skinner (nella foto), è stato accusato dell'omicidio della compagna e dei due figli, nella deliziosa cittadina di Pampa, nonostante si dichiari innocente.
Quello che mi ha colpito di quest'uomo (oltre ad aver faticato un po' a capire cosa diceva, nei momenti in cui i sottotitoli erano andati a farsi una birra al bar) è che alla domanda "Cosa sogni?" risponde, come fosse la cosa più normale del mondo, "Avocado, lime e tequila".
Oltre alla lavatrice, da osservare in funzione bevendo un margarita, perchè lavare per tutti quegli anni la divisa nel lavandino arrotondato della cella gli ha deformato le dita della mano.
Nel terzo episodio Herzog intervista Joseph Garcia e George Rivas (ad oggi l'unico giustiziato fra gli intervistati), due componenti dei Sette del Texas, per concludere con una donna, Linda Carty, accusata dell'omicidio della sua vicina di casa, Joana Rodriguez, per rapirle il figlio, appena nato.
Indubbiamente interessante.
Dovesse capitarvi, dategli un'occhiata.
(Io probabilmente sono una brutta persona, perchè in almeno un paio di occasioni sono anche riuscita a ridere).
 
 

27 commenti:

  1. Beh, anch'io non son mica tanto una bella persona...rido direttamente ai funerali.

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    1. Del resto sei amica a'mme. Qualcosa vorrà pur dire.

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  2. Ma lo schiaffetto che mi avevi promesso gliel'hai dato?

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    1. ah ah!
      No, ero seduta troppo lontano!!!

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  3. Vedrò di recuperarlo, anche solo in originale.

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    1. E' abbastanza comprensibile, a parte Hank Skinner, che ha questa parlata un po' strascicata e si fa un po' fatica a capire.
      (O almeno, IO ho fatto fatica, che la mia conoscenza della lingua lascia un po' il tempo che trova)

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  4. Ad Hank Skimmer per farlo star zitto bisognava ammazzarlo! (ah ah ah humor nero!)
    tiz

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  5. mi sa che io sarei tornata indietro con un filo di angoscia...ma son da ricovero a prescindere

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    1. tornata indietro nel senso "a casa"?
      io ero abbastanza frollata, quindi è già tanto se son riuscita a tornare alla macchina, ma, a parte questo, è girato in maniera abbastanza "asettica", se mi passi il termine. E l'empatia non riesce a scattare, nè per le vittime, nè per i condannati.
      (parlo per me, ma, in quanto brutta persona, non sono attendibile)

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    2. ahahah si "tornata a casa" è un modo di dire che si usa qui...

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    3. vedi che però c'ero arrivata? :)

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  6. ho riso pur'io, che si sappia

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    1. del resto uno gli amici se li sceglie mica a caso, no?

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  7. Ecco un film che non andrei mai a vedere....... pensa che ho fatto fatica a guardare "il miglio verde"............... la scena dell'esecuzione non sono proprio riuscita a vederla... ho girato la faccia e sono uscita.......... troppo sensibile???????? mah....... io piango anche ai funerali di chi non conosco..............

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    1. ma sono due cose nemmeno lontanamente paragonabili.

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  8. non mi piglia il "rispondi" diretto, allora scrivo qui: anonimo tiz mi ha fatto sbellicare.

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    1. La tiz è amica a'mme mica per niente, eh? :)
      (e pensa che oggi è pure di pessimo umore!)

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    2. grazie hombre, io sono sempre mediamente di buon umore anche quando sono di pessimo umore, per ragione annurche, credo, dopodichè, @poison, dopo aver letto sulla repu un ics di volte polonia, polacca, polacco, credo andrò a radere al suolo questa amena fetta di europa, e non se ne parli più.
      tiz

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    3. ah, ok. ma riesci a distruggere la polonia nel pomeriggio e ad arriavare lo stesso puntuale al cinema?

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    4. seeee, che ci vuole, è un attimo! ;-) arrivo puntuale, la coscia di pollo mi aspetta!
      Tiz

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    5. Pure io, che il tatuatore dovrebbe liberarmi prima! :)

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  9. ma sei una cinEfila? se ti appassionano anche le vecchie pellicole degl ialbori del cinema dovresti proprio leggerti il mio racconto: la corazzata potemkin :)

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    1. solo se mi prometti che non è una cagata pazzesca! ;)

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    2. ahahaha promesso promesso (purchè tu apprezzi il genere erotico) ;)

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  10. Grazie per la segnalazione, magari lo recupero!

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    1. Ciao Beatrix, se riesci non è male no.

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