10 nov 2012

Oltre le colline

 
La bionda si è chiamata fuori, la Tiz mi ha mandato in avanscoperta che se poi ne vale la pena lo recupera, e io, in solitudine, mi sono infilata in sala per questo "filmetto" di soli 155 minuti, minuto più, minuto meno. Del resto io sono quella che l'anno scorso è entrata in sala una domenica mattina alle 9.30 per vedere Ai no mukidashi (Love Exposure) di Sion Sono. 237 minuti. Quindi, che sarà mai?
 
Comunque lo spettacolo delle 18.00 è il male.
Ero la più giovane della sala. E, se consideri che non son propriamente di primo pelo, penso non ci sia nulla da aggiungere..
Data l'età media degli spettatori la loro vescica è stata messa a dura prova tanto che da metà film in poi c'è stata una fuga per la vittoria in direzione dei bagni.
Effettivamente il film è un po' lunghetto, mezz'ora in meno e sarebbe stato perfetto. Magari indugiando un po' meno sulle varie scene di incaprettamento della povera Alina, ad esempio.
Nonostante questo, non è affatto noioso, anzi. Un po' troppa fede per i miei gusti, ma credo sia un problema mio, di base.
Alina torna dalla Germania per andare a trovare Voichita, con cui è cresciuta in orfanotrofio e che lei ama, con l'intenzione di portarla in Germania con lei. Ma Voichita è una novizia in un convento ortodosso. E l'amore per Alina, adesso che lei ama Dio, è diventato "un'altra cosa".
Alina viene accolta con sospetto, che alla lontana può ricordare quasi l'accoglienza riservata a Nicole Kidman in Dogville. Dopo qualche giorno inizia a manifestare evidenti segni di sconforto che sembrano tanto crisi epilettiche. Ad un primo ricovero in ospedale stabiliscono che ha solo bisogno di riposo e la dimettono dicendo che in monastero starà senz'altro meglio. Peccato che, dopo un tira e molla "vado via, no resto, no vado, no torno" le crisi si ripresentino al punto da far credere a tutta la crew del convento che la sventurata sia posseduta dal maligno. E dopo aver chiesto il consenso al fratello, ritardato forte, procedono con un esorcismo. Ortodosso. Insomma, ortodosso un par de palle, alla fine.
Un film sull'amore, e su quello che, in nome dell'amore (sacro o profano che sia non fa differenza in questo caso) si è disposti a fare.
Ci sono alcune scene notevoli: quando, prima di confessarla per l'ennesima volta, il prete le consegna la "lista dei peccati" (464) e in compagnia delle suore, avviene la spunta, a ritmo di "celo - manca", o in ospedale quando tutte le compagne di stanza della ragazza si assembrano attorno al medico per sentire cosa dice, alla faccia della privacy.

Le due fighe di legno sedute dietro di me invece o erano possedute da un ventriloquo o da un attacco di logorrea compulsiva. Non sono state zitte un attimo. Indecenti.
 
 
 

20 commenti:

  1. Dello stesso regista avevo visto "4 mesi, 3 settimane, 2 giorni".
    Il contesto era differente, ma le protagoniste erano ancora una coppia di ragazze (una delle due alla disperata ricerca di un medico che l'aiutasse ad abortire clandestinamente).
    Un film duro e deprimente.

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    1. 4m, 3s, 2g non l'avevo visto. Quando uscì non avevo bisogno di tutto quel dolore e lo evitai. Magari lo recupero.

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  2. Mungiu è un grandissimo regista per quel poco di suo che ho visto. E Sion Sono è uno dei miei idoli assoluti:Love exposure è il paradiso del cinefilo!

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    1. Sion Sono l'ho "scoperto" l'hanno scorso, grazie al TFF. Che io purtroppo sono una cinefila "da sala", e riesco a vedere solo quello che arriva sul grande schermo...

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    2. Io lo denuncio, il correttore automatico di sto cazzo di telefono!
      Ovviamente era ANNO, non hanno.

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    3. ah ah fai tutto col telefono...io sono allergico a scrivere anche gli SMS...

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    4. No, in settimana mi avvalgo di un normalissimo PC. A casa sono un po' scarsa, a tecnologia! :)

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  3. grande sion sono.
    questo invece mi attira pochissimo: sicura sicura non sia noioso?

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    1. Era il mio timore, che i film lunghi e lenti li patisco. Invece no. Non mi è uscito nemmeno uno sbadiglio.

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  4. certo che tu al professor Guidobaldo Maria Riccardelli je dai di tacco in quanto a film ;)

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    1. ma come?? una cinefila come te che non conosce a menadito i fantozzi?
      (trattasi del diretore cinefilo che costringeva a vedere la corazzata potemkin) ;)

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    2. Ah ah ah!
      Non lo ricordavo il nome!!! :)

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    3. :)) eh una pietra miliare della cinematografia italiana quel pezzo...

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  5. Anche io ho visto 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni e sono uscito dalla sala devastato. Film incredibile intendiamoci, ma riesce a farti stare male in mille modi differenti. Ecco io sono perplesso davanti a questo Mungiu proprio per via di quel film. Perché attualmente non me la sento proprio di vedere una storia dolorosa come quella. Mi sa che lo recupererò in dvd.

    Comunque che figata, andare ad ubriacarmi di film ad un festival cinematografico è uno dei miei sogni più grandi.

    Io stasera dovrei vedere Argo, speriamo bene.

    Ciao

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    1. Ciao!
      Essendo di Torino perdermi il Torino Film Festival è praticamente impossibile, non vedo l'ora che inizi!

      Stasera Argo anche per me, comunque!

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    2. Si è una delle tante grandi fortune di vivere al nord. Che fra Torino, Venezia e Milano offre tantissimo in termini di cinema.
      Al centro c'è Roma.
      Al sud niente di niente. Ed è pure comprensibile attenzione, lo so io per primo che già una cine-club sotto Napoli ha problemi ad andare avanti per via del pubblico che latita, ma io mi lamento lo stesso.

      Poi allora vediamo se ci è piaciuto Argo oppure no!

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    3. tanto lamentarsi per il momento è ancora gratis.
      non serve a molto, ma ci piace farlo lo stesso! :)

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  6. tu hai tutta la mia stima.
    io non avrei retto per 166 minuti :)

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    1. ah ah, grazie! :)
      (ma i minuti erano "appena" 155!)

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