1 apr 2013

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"Regola n. 5: dacci dentro."
"Che significa?"
"Che il risultato non conta.
Quello che conta è esserci,
per qualsiasi cosa,
bella o brutta che sia"

Mentre a New York la sua carriera lavorativa nel campo della mediazione commerciale (baratto) sta progressivamente andando dal culo, Sam riceve la notizia della morte del padre, che vive(va) a Los Angeles.
Dopo aver tentato inutilmente di boicottare la partenza fingendo di aver scordato i documenti, Hannah, la sua compagna, riesce a trovare un altro volo, ma arriveranno a L.A. a cerimonia funebre terminata. Al telefono continua a ricevere chiamate lavorative che gli preannunciano una compilation di grane legali che non promettono nulla di buono, e l'incontro con l'avvocato - amico del padre - gli riserverà un paio di sorprese: il padre - produttore musicale - gli ha lasciato la sua sterminata collezione di dischi. E 150.000 dollari da consegnare a Josh Davis e a sua madre Frankie, con la richiesta di prendersi cura di loro.
È in questo modo che Sam scopre che il padre aveva una doppia vita. E che lui ha una sorella e un nipote.
Fingendosi un alcolista avvicina la donna, senza però rivelarle chi è realmente.
Finché...
Finché io, in modalità povera orfanella ON, ho iniziato a piangere come un lavandino. Perché è solo un film e bla bla bla, ma quando sei sola come una merda perché tu di legami familiari non ne hai nemmeno mezzo, anche un semplice film può far male.
Forse durante le feste fa un po' più male. O forse fa male perché sono io che ultimamente sono un po' scamuffa.
Ma tanto poi passa.
Nel frattempo potrei iniziare a dare i voti ai film col lacrimometro.
Ma, sia chiaro, questo film mi è piaciuto tanto.
Perché non c'è un solo personaggio perfetto, a partire da Sam, che dalla sua famiglia è fuggito, che inizialmente pensa di tenersi i soldi che gli servono per risanare i debiti, con tutti i dubbi e le incertezze che quello che ha appena scoperto comporta, che non esiterà a liquidare Hannah dicendole che non esiste un "noi", a Frankie, alcolizzata e ragazza madre, che non sa se riuscirà ad essere una buona madre per Josh, che è cresciuta senza un padre perché non ha potuto scegliere, a Lilian, la madre di Sam, che invece una scelta l'ha pretesa a suo tempo.


6 commenti:

  1. Il bambino è mitico! A volte spero che l'ironia spinta possa essere una caratteristica del Fordino, una volta cresciuto...

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    1. È vero, il ragazzino è davvero forte. Se l'ironia è in qualche modo ereditaria il Fordino non dovrebbe avere problemi. ;)
      (Spero per voi che non vi capìti mai di dover pagare una piscina, però!)

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  2. Sono contento che ti sia piaciuto, e anche io, come Julez, spero sempre nella futura ironia del Fordino, magari provvedendo alla sua educazione musicale! ;)

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    1. Molto, sì! ;)
      Per quanto riguarda l'ironia ho appena risposto a Julez, quindi vale anche per te...
      Basta che alla sua educazione musicale non provveda "zio" Cannibale, poi dovreste essere a posto anche li. (Che non ho idea dei gusti musicali dello zio vero) :)

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  3. Io ho una famiglia un po' disfunzionale: zii spariti, nonne matte che credono che il marito sia posseduto, cugini che scappano costantemente di casa, un babbo prestigiatore, un suocero che spara a qualsiasi animale si muova e altre allegre psicotiche figure. Però è bello e non la cambierei con nulla al mondo. Perché si ride e si impara a crescere apprezzando tutto e ironizzando su tutto.

    (Bel film)

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