11 ott 2013

The King

The King mi è stato regalato, sotto forma di DVD, in occasione del mio compleanno. 
E, visto che ce l'avevo (e ce l'ho)  in casa, ho deciso di guardarlo.
Questa volta per fortuna non si tratta di un brutto film, ma di un drammone bello peso, roba che una mattonata sui denti probabilmente farebbe meno male. 
Regia di James Marsh, vincitore dell'oscar per il miglior documentario nel 2008, con Man on Wire.
Che, se ve lo state chiedendo, non ho visto.
In compenso all'ultimo TFF avevo visto Shadow Dancer, qua da noi tradotto con un originalissimo Doppio Gioco. Credo che ci abbia messo mesi ad arrivare in sala solo perché il brainstorming dei titolisti non sapeva come sorprenderci. Mi aveva entusiasmato così tanto che all'epoca gli avevo dedicato quattro righe, fate un po' voi. 
Nel cast abbiamo un insolito William Hurt in versione baffuta (molto baffuta) e texana, Gael Garcia Bernal in versione l'apparenza inganna, Paul Dano nella parte del ragazzino saccente e fondamentalista cristiano e, per l'occasione, abbiamo anche la tragedia greca in tour nella provincia americana, quella provincia dove sembra sempre non succedere nulla e invece succedono sempre le peggio cose. 
Elvis si congeda dopo tre anni in marina, acquista un'auto usata e parte, in direzione del paesino di Corpus Crhisti, Texas, intenzionato a conoscere suo padre, di cui ha solo sentito parlare dalla madre, rimasta incinta dell'uomo a seguito di un rapporto occasionale.
Il padre è David Sandow, un integerrimo cristiano rinato e redento, esemplare padre di famiglia e pastore della chiesa della piccola comunità, che non vuole saperne dì Elvis, in quanto frutto dei suoi peccati di gioventù.
Il ragazzo, che vorrebbe soltanto ottenere l'amore del padre, si sente abbandonato una seconda volta e, per un desiderio di rivalsa e di orgoglio inizierà il suo percorso di vendetta, inizialmente seducendo la sorellastra, finendo, in un crescendo di aggressività e rabbia, per insinuarsi poco per volta nella quotidianità della famiglia, distruggendola dall'interno.
Ennesimo tragico viaggio all'inferno sola andata. 


12 commenti:

  1. a me Doppio gioco non è dispiaciuto...

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    1. A me abbastanza, come sai. Questo invece non l'ho trovato affatto male, in compenso.

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  2. Ma Doppio gioco è quello che ho bellamente dormito al Tff? Però Man on a wire l'ho visto, interessante. E avrei visto volentieri pure questo, che, quando l'ho comprato, mi era sembrato degno di attenzione, se non fosse che la Poison non me l'ha portato.... :-(
    Cativa, ecco.

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    1. Doppio Gioco è proprio lui, sì.
      Beh, dai, ma credo che tu e la poison prima o poi vi rivedrete, suvvia... :)
      Lo sai che non è cattiva, ma solo sbadata!

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    2. Allora attendo fiduciosa. E, a proposito della statua dell'uomo perplito qua a fianco (è così che si chiama la statua, nevvero?), le uscite del 17 non sono promettenti, ma in quelle del 24 ci sono due potenziali titoli decenti (Oh boy e Runner runner), io gioisco! :-))

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    3. L'uomo perplito di Rodin, esatto! :)
      Io non sono mica sicura di voler vedere il remake di Old Boy di spike lee, sai?
      Però mi incuriosiscono Don Jon e Giovani Ribelli...

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    4. Di questi ultimi non so nulla, ma mi informerò!

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    5. Mi accorgo solo ora che tu hai scritto Oh Boy, e io ho letto Old Boy. Di Oh boy non so nulla, mi informerò...

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  3. mi ha ricordato un po’ “Public access”, il folgorante esordio di Bryan Singer, ma “The king” è ancora più forte e sconvolgente, per me un piccolo capolavoro (a me Marsh piace moltissimo, se non si è capito)

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    1. Io con Marsh mantengo una dignitosissima media inglese, avendo visto due soli suoi film: questo mi è piaciuto molto, Shadow Dancer molto meno.

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  4. un film che mi sono sempre promesso di recuperare... ora giuro che lo farò :D

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    1. Secondo me merita la visione, bravo Frank! :)

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