4 nov 2014

The judge

Ci sono almeno un paio di buoni motivi per andare a vedere The Judge.
Ed entrambi si chiamano Robert. Ovvero Robert Duvall e Robert Downey jr.
Poi ce ne sono almeno un altro paio per non andarlo a vedere, sia chiaro.
The judge è un drammone familiare americano, che ogni tanto indossa la divisa da legal thriller, e per fare questo buta e gava, gava e buta impiega 141 minuti, che, oggettivamente, sono un po' troppi.
La storia - se vogliamo - è abbastanza scontata, ma le schermaglie tra Downey e Duvall fanno sì che la visione non risulti fastidiosa come un gatto attaccato ai maroni. 
Per farvela breve (a differenza della pellicola) Downey jr. interpreta Hank Palmer, un avvocato senza scrupoli e senza morale che, nel bel mezzo di un processo viene informato della morte della madre. 
Torna in Indiana per il funerale e ritrova i suoi fratelli: Glen (Vincent D'Onofrio, una volta tanto nel ruolo di un uomo normale) e Dale, il più piccolo, lievemente ritardato e che non si separa mai dalla sua cinepresa. Il padre Joseph è lo stimato ed incorruttibile giudice del paese, e i rapporti tra i due sono freddissimi e di circostanza. 
Mentre è sul volo che lo riporterà a Chicago, poco prima del decollo, una telefonata di Glen lo informa che il padre è sospettato di aver ucciso un uomo, investendolo con l'auto. 
La vittima è Mark Blackwell, che era stato condannato proprio dal giudice anni prima e che era tornato in libertà da poco. Hank si troverà a dover difendere il padre dall'accusa di omicidio, confrontandosi in aula con l'avvocato Dickham (il sempre affascinante Billy Bob Thornton), sua vecchia conoscenza, e, contemporaneamente, a riallacciare - volente o nolente - i rapporti, prima come avvocato, poi come figlio, con il padre, la sua famiglia ed il suo passato. 


Nonostante nel finale ceda un po' troppo facilmente al patetismo più spudorato e alla retorica ridondante il film di David Dobkin, nel complesso, grazie soprattutto alle interpretazioni magistrali di Downey e Duvall e ai dialoghi serrati, oltre ad una manciata di battute al vetriolo sparse qua e là, riesce ad arrivare alla fine senza annoiare (ma se chiedete un parere alla bionda, difficilmente concorderà con me).
E, comunque, nonostante tutto (ovvero la parte patetico-retorica-sentimental-familiare-unpo'menoandavabeneuguale) a me è piaciuto. 




22 commenti:

  1. Film che comunque mi interessa. Spero di riuscire a vederlo nel fine settimana

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    1. io non sapevo esattamente cosa aspettarmi, perchè non ne avevo letto praticamente nulla. E ti dirò, pensavo potesse essere molto peggio.

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  2. Depennato, lo farò registrare da sister in v.o. su Sky quando lo daranno, così a naso potrei trovarlo semi-insopportabile, nonostante gli attori protagonisti, che adoro. :-)

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    1. A me non è affatto dispiaciuto, nel complesso.
      mentre la bionda sul finale sbuffava un po'...

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  3. nonostante tutto, anche a me è piaciuto!

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    1. vero che è meno peggio di quanto ci si aspetti?

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  4. A me già la parola Robert m'ha convinto :D

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    1. non mi dire niente. io amo quell'uomo.
      (parlavi di Duvall, vero? ah ah ah ah ah!)

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  5. Spero comunque di andarlo a vedere.
    Ma almeno scorre?

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  6. Contrordine compagni cinefili, 'sto film non è affatto male! Sfrondato di 20 minuti (i filmini della famiglia felice e gli ultimi 10 minuti inutili) direi anzi che è un gran bel film, americano fino al midollo, ma in questo caso è un pregio. E non è pesante e gli attori non gigioneggiano, ma sono molto espressivi e ben amalgamati. E poi io Vera Farmiga la adoro.

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    1. E io che t'ho detto? :)

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    2. La adori anche tu? ;-D

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    3. diciamo che adoro molto di più RDjr, ma lei non è male... :)

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  7. è stato molto reclamizzato, e questo ha sortito un certo effetto sul pubblico.
    un pubblico forse troppo "becero" per questa tipologia di film, perché la stragrande maggioranza della popolazione terrestre pensa a lui come ad Ironman, e questa la dice luuuunga.
    stasera probabilmente sceglierò di vedere questo, per il consueto mercoledì cinema

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    1. Non saprei che dire. Personalmente seguo il lavoro di DowneyJr. dai tempi di Air America (1990) e nonostante ciò non ho mai visto nessuno dei tre Ironman.
      E - sempre per quanto mi riguarda - il pubblico becero potrebbe tranquillamente estinguersi. Adesso.
      Concludendo, ti auguro buona visione e aspetto un tuo parere! :)

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  8. L'ho snobbato, non mi ispirava per nulla. Però, da come ne parli, un'occasione gliela si può dare.

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  9. Mah... io mi aspettavo esattamente quello che è: l'ennesimo scontatissimo legal-thriller americano, zeppo di retorica e buoni sentimenti, impreziosito da una coppia di attori bravissimi. Si può vedere, basta accontentarsi ;)

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    1. sul fatto che sia un po' scontato siamo d'accordo, ma non mi è affatto dispiaciuto, anche se credo sia tutto merito di Downey e Duvall...

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  10. "Ci sono almeno un paio di buoni motivi per andare a vedere The Judge."... E non ho letto altro, un po' perché come ho detto l'altra volta mi fido alla cieca del tuo giudizio, e un po' perché, avendo intenzione di andarlo a vedere anche io, ho paura che sveli il finale ^______________^
    Ho deciso che impiegherò i minuti che avrei usato per leggere il post, per riempirmi gli occhi con la foto di quel pezzo di figaccione di McConaughey che hai messo lassù ^_^

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    1. Bella che sei, sorellina!
      Comunque no, in genere svelo il finale solo dei film che mi hanno fatto schifissimo... :)

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