21 set 2017

the teacher


C'era una volta un paese lontano dove i bambini che non venivano mangiati, raggiunta una certa età, andavano a scuola. E lì imparavano a loro spese come girava il mondo, in quel paese, in quegli anni. Dove le diseguaglianze sociali e la corruzione nemmeno troppo strisciante erano la regola, e la scuola rappresentava un microcosmo che rifletteva perfettamente i meccanismi della società negli anni 80, nello specifico nella Cecoslovacchia, ma - credo - un po' in tutti i paesi della cortina di ferro, almeno fino all'avvento di Gorbaciov, della perestrojka e della caduta del muro di Berlino.

La vicenda è ambientata nella periferia di Bratislava. dal momento in cui nella scuola fa il suo ingresso la nuova insegnante Maria Drazdechová, vedova di un ufficiale comunista e rappresentante del partito. Dall'aspetto rassicurante e frivolo, con le gonne a fiori e le scarpette da ballo, (mai fidarsi delle apparenze!) si inizia a capire dove andrà a parare nel momento stesso in cui chiede ai ragazzi, al momento dell'appello, di dire che mestiere fanno i genitori.
La Drazdechová instaura ben presto un regime basato sul do ut des, in cui il rendimento ed i voti dei ragazzini vengono pesantemente influenzati dai favori che i genitori degli stessi, a seconda della loro professione, riescono (o non riescono) a fare alla crudele ed ingiusta insegnante. 
Approfittando del suo ruolo, che maschera abilmente sotto le spoglie della povera vedova bisognosa di aiuto (dai ragazzini che le puliscono casa, ai genitori che le vanno a fare la spesa, le fanno la piega gratis, le aggiustano la lavatrice, le procurano medicine, portano dolci alla sorella che vive in Russia ecc.) la Drazdechová, sgranando gli occhioni, è il lupo travestito da agnello, che fa della violenza psicologica un modus vivendi, perché "dove andremmo a finire se non ci aiutassimo tra di noi?"
Il film viaggia su due livelli temporali, mostrandoci, oltre al quotidiano scolastico, un'assemblea indetta dalla preside, su richiesta dei genitori della piccola Danuska, l'alunna maggiormente vessata dalla Drazdechová, in quanto il padre, che lavora all'aeroporto, si è rifiutato di "aiutare" la professoressa. Ovviamente gli altri genitori li prendono per visionari, affermando, appunto, che non c'è niente di male a fare dei piccoli favori alla donna, insinuando che se la ragazzina prende brutti voti, è perché, poverina, è limitata.

Jan Hrebejk, basandosi su fatti realmente accaduti, dirige un film che ha il sapore amaro della commedia grottesca, ma che è, di fatto, una denuncia: ai soprusi, ad un certo modo di fare, che fa del compromesso (etico e morale) uno stile di vita, che si mantiene tra favori e favoritismi.


8 commenti:

  1. Divisa tra la commedia diversa e la denuncia, me lo sono lasciata scappare al cinemino della zona, anche perchè se già il doppiaggio di per sé è il male, il doppiaggio di film non americani/inglesi è ancora peggio.

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    1. guarda, il doppiaggio qua non è nemmeno troppo molesto, se ti capita recuperalo perchè non è davvero niente male!

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  2. Non ho visto questo film ma dalla tua recensione mi è venuto in mente un padre, una figlia di mungiu. Quello che un po' mi infastidisce è il narrare un episodio - se si vuole non così significativo e quasi banale - per eleggerlo a paradigma della negatività dei regimi comunisti. Come se fossero causa diretta dell'ideologia (e quando in Italia come in altri stati europei ce ne sarebbero centinaia di esempi simili). Nessuna difesa dei regimi totalitari è che credo che le nefandezze, laddove dimostrate, siano ben altre.

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    1. Credo che il sistema di favori/favoritismi e piccoli ricatti sia comune ad ogni sistema di qualsivoglia ideologia, anche quando l'ideologia non c'è. Qua nello specifico era il comunismo, ma non credo sia quello il punto, avrebbe potuto essere al potere un gruppo di teletubbies e non sarebbe cambiato nulla.
      L'analogia con Mungiu - a mio parere, ovviamente - è limitata a quello che un genitore è disposto a fare per il futuro dei propri figli.

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    2. Ma siccome Elena non ha visto il film, non sa che, alla fine del film, SPOILER, questo paradigma viene rovesciato. Dopodic il film è molto carino e la protagonista è deliziosamente fintamente inconsapevole della tirannia che esercita sugli alunni e i genitori, brava l'attrice.

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    3. Boh, forse è allora l’interpretazione data dalla critica italiana ad essere fuorviante … vedasi, ad esempio (ma ho letto cose dello stesso tenore altrove), la tagline di mymovies: “Un’opera che supera l’aneddotica da commedia per passare ad un livello più elevato di lettura: la stigmatizzazione del socialismo reale.”

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  3. è un film che potrebbe piacermi, sinceramente non l'avevo mai sentito nominare, ma mi ispira parecchio...

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    1. E' molto interessante, temo però sia stato distribuito col contagocce...

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